"Monitoraggio dell'attuazione del PNRR. I traguardi e gli obiettivi da conseguire entro il 30 giugno 2023"
Un dossier a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.
Con il progetto “Sistema Geografico della Montagna del Lazio” (SGML) è stato realizzato un Sistema Informativo Territoriale in grado di mettere in relazione la grande quantità di informazioni di natura fisico-geografica e socio-economica disponibili per i territori montani della Regione Lazio. SGML costituisce uno strumento di conoscenza e orientamento per le azioni di pianificazione territoriale e gestione delle risorse, e fornisce elementi utili per assistere le valutazioni richieste dai processi decisionali e supportare efficacemente l’azione politica.
SGML ha affrontato lo studio dei territori montani utilizzando i Sistemi Informativi Geografici (GIS) per analizzare gli indicatori fisici, socio-economici, di programmazione, dei servizi e di accessibilità. SGML è dunque una raccolta organizzata di database preesistenti e di nuove informazioni derivate dalla ricerca, e fornisce strumenti di analisi delle dinamiche in atto nella montagna, consentendone la rappresentazione e la divulgazione dei risultati in diversi formati (report statistici, cartografia, webGIS e applicazioni client GIS).
SGML è anche un progetto di ricerca multidisciplinare che ha permesso di declinare l’evoluzione del territorio montano rispetto a temi d’indagine specifici. L'articolato percorso metodologico ha portato alla definizione, allo studio e alla catalogazione della montagna arricchendo il quadro dei caratteri fisici e naturali con le informazioni socio-economiche relative alle molteplici attività dell'uomo. La ricerca ha consentito di individuare una chiave per la lettura multidisciplinare dei caratteri del territorio, che integrasse studi geolitologici e morfologici, climatici, di geografia economica e sociale, elementi di economia agraria e politiche di sviluppo. L'unità territoriale di riferimento è uno dei punti chiave all’interno del quadro tracciato. Si è scelto di assumere il comune come unità di riferimento su cui analizzare le variabili, ma sono anche state utilizzate unità inferiori, ad esempio le sezioni di censimento per l'analisi della mobilità, o superiori, quali le Comunità montane per la verifica degli effetti della programmazione economica comunitaria 2000-2006.
Repertorio Cartografico 2005 (Parte 1) (.pdf)
Repertorio Cartografico 2005 (Parte 2) (.pdf)
Repertorio Cartografico 2005 (Parte 3) (.pdf)
Repertorio Cartografico 2005 (Parte 4) (.pdf)
Repertorio Cartografico 2005 (Parte 5) (.pdf)
Il progetto SGML ha come obiettivo finale la creazione di uno strumento di supporto decisionale che permetta di estrarre in modo flessibile, dalla gran quantità di informazioni territoriali disponibili, quelle che servono a supportare e migliorare in termini di efficacia il processo decisionale. Nella fase di progettazione preliminare di SGML si è tenuto conto della necessità di utilizzare dati provenienti da fonti differenziate, classificabili come prodotto di elaborazioni di natura statistica, ricerche territoriali o procedure di analisi e integrazione di dati esistenti. La caratteristica comune di queste informazioni è quella di essere localizzate su un dato territorio e quindi di possedere una loro descrizione spaziale. La componente spaziale, trasversale a tutti i dati, rappresenta un'innovativa chiave di lettura del mondo reale, che permette il confronto tra informazioni di origine e natura diversa: in questo modo ogni porzione del territorio ha una sua quota, appartiene ad una entità amministrativa, ha un determinato uso del suolo, è vicina ad una strada e rientra nell'ambito di un certo servizio. È evidente che per poter leggere questa "realtà" è necessario progettare un modello organizzativo che deve tenere presente le informazioni disponibili, le relazioni esistenti fra di esse, il formato in cui sono memorizzati i dati e l'organizzazione con cui sarà necessario archiviarli. Tutto si traduce in una procedura di schematizzazione della realtà che va sotto il nome di modello concettuale e che necessita di competenze sia disciplinari (in questo caso economiche, sociologiche, geografiche, geologiche, naturalistiche e climatiche) che informatiche, relativamente alla progettazione del database e all'utilizzo delle procedure di analisi.
Si è proceduto, quindi, a definire gli elementi che compongono il nucleo del problema da studiare, il modello, che nel caso di SGML è la caratterizzazione, secondo le discipline summenzionate, dei territori montani del Lazio. Successivamente sono stati definiti i concetti che possono essere immaginati come gli elementi che descrivono la realtà sulla base dei dati disponibili e dello scopo finale del progetto, ovvero fornire uno strumento decisionale all'utente finale. Il modello concettuale rappresenta l’insieme dei processi che hanno luogo nel sistema valutato che permette di comprendere le logiche di funzionamento del sistema stesso. Questo approccio metodologico è servito da un lato come strumento di razionalizzazione delle informazioni e di indirizzo durante le fasi di lavoro di SGML, e dall'altro come chiave di lettura del territorio per l'utilizzatore finale del progetto. È importante infatti fornire al decisore politico o all'amministratore tecnico un accesso veloce e mirato sia alle basi dati territoriali che agli indici sintetici, lasciando al contempo la possibilità di eseguire elaborazioni analitiche sui dati secondo criteri non fissati a priori. Queste ultime elaborazioni possono generare degli scenari diversi a seconda delle variabili utilizzate, ovvero trasposizioni in termini logico-matematici del modello concettuale creato.
Per lo sviluppo del progetto di ricerca sono state predisposte delle linee guida che hanno disciplinato ogni fase del lavoro e che possono essere riassunte nei seguenti indirizzi generali:
- utilizzo della cartografia come base di riferimento su cui riportare e localizzare le informazioni e i risultati delle analisi relative alla montagna laziale;
- utilizzo di modelli di analisi spaziale degli indicatori fisici, ambientali, economici, sociali ed infrastrutturali;
- diffusione delle informazioni strutturate in modo semplice e diversificato (report, cartogrammi e tabelle, atlante cartografico, web e webGIS) a seconda degli utenti;
- creazione di set di dati appositamente strutturati per la consultazione geografica o alfanumerica;
- creazione di applicativi software liberi per la gestione dei principali livelli informativi geografici.
Lo strumento di supporto decisionale realizzato con SGML è quindi in grado di:
- fornire le informazioni utili a comprendere la realtà dei territori montani offrendo diverse chiavi di lettura a seconda del punto di vista considerato;
- offrire la possibilità di esplorare i dati secondo diversi punti di vista ed esigenze dell'utente;
- consentire la valutazione degli scenari conseguenti alle scelte compiute.
Seguono le aree tematiche secondo le quali si è articolato il progetto:
Da tempo si discute sulla necessità di modificare e integrare la vigente legge quadro sui territori montani − la legge n. 97 del 31 dicembre 1994 − che, a quindici anni dalla sua emanazione, pur essendosi dimostrata valida nel suo impianto generale, si è rivelata, tuttavia, inadeguata e carente rispetto alla capacità di innescare significativi meccanismi di sviluppo dei territori montani. La legge del 1994, infatti, nel dare attuazione al disposto dell’art. 44 della Costituzione − che, come è noto, aveva attribuito al legislatore il compito di predisporre «provvedimenti a favore delle zone montane» − ha costituito senza dubbio un fondamentale passo avanti nell’approccio ai territori montani: rispetto alle precedenti leggi, muta sensibilmente la prospettiva di fondo dell’intervento, che supera lo spirito assistenzialistico in favore dell’intento di tutela e valorizzazione delle risorse della montagna e dell’obiettivo di garantire la permanenza dell’uomo in tali zone. La legge, però, non solo è rimasta in parte inattuata, ma si dimostra oggi superata da nuove esigenze espresse dai territori montani, nonché dal nuovo riparto di competenze tra Stato e Regioni, frutto della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001. La futura legge per i territori montani dovrà, dunque, tener conto degli ambiti costituzionali riservati allo Stato (art. 117, comma 2) e di quelli di legislazione concorrente in cui lo Stato potrà dettare solo norme di principio (art. 117, comma 3).
In questo quadro di riforma si è acceso inoltre il dibattito su ulteriori questioni, alcune delle quali aperte da tempo come quella della definizione di montagna e altre ancora non ben delineate come l'esplicito riferimento ai territori montani inserito all'interno del testo di legge delega sul federalismo fiscale (legge n. 42 del 5 maggio 2009).
Cartografia di riferimento:
L'idea di territorio montano che comunemente si ha è esprimibile dal semplice assunto:
un territorio montano è elevato in quota, con forti pendenze, spiccata complessità morfologica e caratterizzato da un clima freddo.
Questa frase descrive in maniera molto semplice, ma al contempo efficace, la componente fisica della montagna: per questo possiamo considerarla come il modello concettuale che ci guiderà nel descrivere e nel definire, dal punto di vista fisico, i territori montani del Lazio.
Come vedremo nei prossimi capitoli, esistono molte "montagne" in funzione dell'aspetto che di volta in volta viene preso in considerazione, ma ognuna di queste "montagne" dipende strettamente dalla "montagna fisica", cioè dallo spazio in cui si vive, si lavora, ci si muove e si produce ricchezza. Per tali ragioni è di fondamentale importanza investigare a fondo la componente fisica e fornire una classificazione territoriale sulla base delle variabili morfologiche e climatiche. Allo stesso tempo è necessario descrivere l'uso del suolo e la sua evoluzione per investigare il rapporto tra l'uomo e il territorio e il suo mutare nel tempo.
Cartografia di riferimento:
L’analisi della realtà socio-economica del territorio regionale è già ampiamente presente e discussa in tutti i rapporti di valutazione ex-ante che descrivono gli strumenti di programmazione economica o le politiche di sviluppo rurale – come per esempio il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 –, nonchè in molti studi di natura geografica ed economica. L’obiettivo di tale parte della ricerca non è quello di sovrapporsi o di ripetere analisi già ampiamente sviluppate in altre sedi, quanto quello di mettere in luce alcuni tratti salienti dei territori montani del Lazio, attraverso l’utilizzo di indicatori sintetici ed efficaci. L’impegno è stato orientato principalmente a individuare, all’interno della vasta gamma di parametri largamente utilizzati nel campo dell’analisi territoriale, i dati in grado di cogliere e restituire la specificità demografica e produttiva della montagna del Lazio. In secondo luogo è stata sperimentata la costruzione di diversi indici sintetici, per testare la metodologia in grado di individuare le zone montane che maggiormente necessitano di interventi e politiche su misura.
In questa sezione vengono riportati anche i dati relativi all’analisi del fenomeno turistico nelle aree montane della Regione: il turismo rappresenta una delle risorse e un’opportunità di potenziale sviluppo per le aree montane del Paese, a cui non fanno eccezione le montagne del Lazio.
La montagna del Lazio è caratterizzata complessivamente da una dinamica demografica positiva, con una crescita in valori assoluti di circa 24.411 abitanti nei comuni totalmente montani. La media di crescita nei comuni montani secondo la classificazione di SGML è del 3%: guardando però al dato disaggregato, appare come ci siano solo sei comuni che vedono nell’intervallo 2001-2008 un incremento demografico pari a più di 1.000 abitanti, mentre molti comuni montani presentano un saldo negativo o sono caratterizzati dal fenomeno che potremmo definire di crescita zero.
La decrescita demografica è localizzata soprattutto nell’Alto Lazio e in particolare nella zona di Acquapendente, nell’area dei Monti della Laga, Reatini e Cicolani, dei Simbruini, dei Monti della Meta, Ausoni e Aurunci: sono anche le zone in cui il fenomeno di senilizzazione è più evidente e in cui anche le attività produttive sono meno vivaci (si tratta delle stesse zone caratterizzate per esempio da alti valori relativi alla mortalità delle imprese).
Molte possibilità sembrano provenire ancora sul fronte turistico, il caso studio affrontato dalla ricerca; dal punto di vista della ricettività i comuni montani che presentano le performance migliori sono quelli che hanno puntato sul turismo termale e religioso (tra cui spicca il dato di Fiuggi, secondo comune per numero di presenze turistiche dopo Roma). Si tratta di pochissimi casi se confrontati con la ricchezza di siti termali, naturalistici, religiosi presenti nel Lazio in gran parte ancora da far conoscere al grande pubblico.
Il turismo nella regione, per le aree costiere come per quelle montane, sembra essere legato molto al fenomeno delle seconde case; il patrimonio immobiliare di case vuote all’interno dei centri e dei borghi montani lascerebbe tuttavia ampi spazi per forme di valorizzazione e di attrazione turistica attraverso forme come quella dell’albergo diffuso.
Cartografia di riferimento:
Socio economia
Indicatori del turismo
Un elemento fondamentale all’interno di una valutazione sulla marginalità dei comuni montani è costituito dall’analisi delle potenzialità e delle difficoltà di mobilità da e per i territori montani e dell’accessibilità ai principali servizi al cittadino.
Gli studi relativi alle problematiche dell’accessibilità risultano essere sempre più di rilevante importanza, vista la costante necessità di reperire beni e usufruire di servizi altrove rispetto al luogo in cui si vive e, allo stesso tempo, in relazione alle sempre maggiori distanze che bisogna ricoprire per raggiungere il posto di lavoro.
Nella presente sezione, dopo aver fornito una fotografia del patrimonio infrastrutturale a servizio della mobilità nel Lazio, si propone un modello di accessibilità relativo all’intero territorio laziale che stima, in maniera quantitativa, il potenziale di mobilità di ogni porzione di territorio. Tale quantificazione è espressa in termini di tempo di percorrenza per il raggiungimento dei principali servizi al cittadino e dei principali nodi per la mobilità nazionale e internazionale.
Cartografia di riferimento:
È una montagna molto variegata quella che emerge dallo studio di SGML, che del territorio regionale copre il versante appenninico interno, il settore costiero meridionale e le aree rilevate degli apparati vulcanici, e nell’insieme è pari al 29% del territorio del Lazio con il 7,5% (oltre 400.000 abitanti) della popolazione residente. Una montagna che mostra complessivamente una rinnovata crescita demografica e custodisce potenzialità di sviluppo sostenibile fondato sulle risorse endogene delle aree montane, legate per esempio a settori come quello turistico. Ma anche un territorio che ancora non ha la capacità e la forza gestionale di utilizzare le risorse comunitarie, nazionali e regionali disponibili e alle quali avrebbe il diritto e la necessità di accedere. Esistono anche dei coni d’ombra per la mobilità e l’accesso ai servizi per i cittadini: nel Lazio sono 59 i comuni dai quali si impiega mediamente più di 45 minuti per arrivare ai principali servizi (come un ospedale o un casello autostradale), per una popolazione “periferica” complessivamente di oltre 78.000 abitanti. Di questi 59 comuni, 41 sono montani secondo lo studio SGML e nel 2008 mostrano una popolazione di 41.506 abitanti, rispetto ai 40.833 del 2001: non deve stupire dunque che il saldo demografico, seppur positivo, sia più basso rispetto alla media di crescita degli altri comuni della Regione, e che 20 comuni, circa la metà di essi, mostrino invece saldo negativo o crescita zero.
Cartografia di riferimento:
Per la pubblicazione dei risultati, è stata realizzata un'applicazione webGIS all'interno del portale web dedicato al progetto. La struttura del portale è suddivisa nelle aree tematiche riferite al Governo della montagna, alla Montagna fisica, alla Montagna socio-economica, all'Accessibilità e al Turismo.
Il portale è completato da un’area documentale, cartografica, normativa e dal glossario dei termini; quest’ultimo, connesso con il webGIS, permette interrogazioni direttamente sulle tabelle correlate al dato geografico. Il webGIS è un’applicazione che consente di visualizzare in modo interattivo dati geografici sul web. Questo strumento offre la possibilità di effettuare liberamente l’interrogazione e la consultazione delle principali informazioni utilizzate nella ricerca.
Il webGIS è immaginato come uno strumento a disposizione di chiunque abbia interesse ad approfondire la conoscenza del territorio montano della Regione, per favorire inoltre il necessario confronto e dialogo fra le comunità locali e le istituzioni. La navigazione nel webGIS di SGML si apre con una visione tridimensionale del Lazio dove sono evidenziate le province, i capoluoghi e la distribuzione altimetrica. Con gli strumenti di navigazione è possibile ingrandire una parte del territorio fino ad arrivare al livello comunale, che rappresenta la scala massima di definizione della maggior parte delle informazioni. A maggior dettaglio, sono visualizzabili e interrogabili le sezioni di censimento. Questo percorso conoscitivo è semplificato da alcune funzioni di ricerca personalizzate, che consentono di interrogare il database che contiene i dati dello studio. Selezionando di volta in volta i risultati, è possibile visualizzare le informazioni corrispondenti.